Mi trovo a scrivere questo articolo a gennaio 2023 e a riflettere su quale sia lo stato dell’arte delle piccole e medie imprese italiane.
Naturalmente le osservazioni che vado ad esporre sono figlie del nostro osservatorio e non hanno alcuna valenza statistica ma si basano sull’interazione quotidiana con decine e decine di imprenditori e manager che fanno parte del nostro tessuto imprenditoriale.
Lo scenario che mi trovo a commentare lo reputo, ahimè, non troppo distante da quello che avevo sotto i miei occhi qualche anno fa. Il problema è che negli ultimi 36 mesi è cambiato tutto in una modalità che necessitava per forza di cose un adeguamento altrettanto sostanziale da parte delle imprese.
Ti invito in tal senso a riflettere esclusivamente su questi tre eventi che ritengo vadano a determinare un impatto estremamente rilevante nel cambiamento che le aziende sono tenute ad apportare al fine di rimanere competitive:
- pandemia legata al Covid;
- guerra in Ucraina e aumento dei costi energetici e delle materie prime;
- ingresso dell’intelligenza artificiale in molteplici applicazioni utilizzate nella vita di tutti i giorni.
Se ci pensiamo un attimo, questi tre macro eventi hanno determinato conseguenze rilevanti su come venivano implementate molte attività.
Non solo le dinamiche legate ai sistemi di vendita ma anche l’erogazione di molti servizi nonché la produzione in genere vengono oggi toccati dai fatti di cui sopra.
Se parliamo di piccole e medie imprese possiamo però osservare un cambiamento altrettanto importante e repentino nel loro modo di affrontare la quotidianità, in risposta a questo nuovo scenario?
La mia risposta è un NO secco.
Vedo ancora moltissime imprese, direi la maggioranza, lavorare come facevano tre anni fa, senza quindi elementi sostanziali di cambiamento sia nei processi commerciali che in quelli produttivi.
Non noto una risposta idonea e tutt’oggi vedo moltissime situazioni assolutamente identiche a quelle che caratterizzavano il 2019.
Naturalmente, come sempre accade, ci sono anche gli esempi di risposte assolutamente adeguate e casi di eccellenza, che dovrebbero essere presi come esempio da tutte le piccole e medie imprese.
Ritengo che questo momento storico sia profondamente diverso da quello che può aver caratterizzato gli ultimi dieci anni.
L’innovazione tecnologica e la crisi post pandemica rappresentano due forze che determinano la stessa conclusione per chi fa impresa: oggi resta nel mercato solo ed esclusivamente chi riesce a ritagliarsi un ruolo da protagonista.
La sostanza dei fatti è che o facciamo parte di imprese eccellenti oppure abbiamo i giorni contati.
Non può esistere oggi spazio per un’impresa che non abbia la capacità di creare risultati significativi e portare valore reale all’interno del mercato in cui opera.
Questo ragionamento prescinde dalle dimensioni dell’impresa.
Dal mio punto di vista ritengo che anche una piccola impresa possa avere successo nel mercato e ritagliarsi uno spazio da protagonista. Può ottenere questo risultato, però, solo ed esclusivamente se riesce a costruire un posizionamento differenziante azzeccato e creare un sistema eccellente di output del proprio lavoro.
Ecco allora che entra in gioco anche il marketing con un ruolo da protagonista assoluto all’interno di questo progetto.
È in questo momento dell’anno che il marketing deve avere uno spazio ancora più preminente all’interno dell’agenda degli imprenditori e di quei manager che curano la direzione generale delle imprese. È ora infatti che il piano marketing deve trovare la sua configurazione corretta ed esprimersi in maniera chiara attraverso un documento principale che rappresenti una vera e propria bussola per l’intero esercizio.
Ti invito quindi a verificare che all’interno della tua impresa sia così.
Hai fatto con i tuoi collaboratori il piano marketing 2023?
Esiste un documento principale oppure un insieme di documenti che vadano nella direzione di esplicitare quali siano le attività e gli obiettivi per il corrente anno?
Questo rimane un importante punto di debolezza di ancora moltissime aziende. Il marketing infatti viene ancora visto come qualcosa da utilizzare una tantum a fronte di condizioni straordinarie dell’impresa.
Sono ancora la maggioranza le PMI che non fanno un’attività di pianificazione generale e soprattutto non vedono il marketing come un investimento che sia una costante attraverso risorse reperibili all’interno del bilancio aziendale con qualche punto percentuale sul fatturato.
Non voglio assolutamente convincere nessuno attraverso questo articolo. Mi limito, come faccio quasi sempre, a portare al tavolo delle considerazioni elementi oggettivi, utili alla causa.
Le imprese più forti, quelle campioni, quelle che nonostante tutte le problematiche che ho evidenziato riescono tutt’oggi a “tenere dritta la bara del timone” e a ritagliarsi spazi importanti dei mercati a cui appartengono, sono quelle caratterizzate da un marketing forte.
Non ci sono imprese eccellenti che non vivano di marketing. Si possono trovare pochi casi in cui non sia così, eccezionali ed in quanto tali confermano la regola.
La riflessione con cui voglio concludere questo mio primo articolo dell’anno è quella pertanto di verificare di avere le idee chiare sull’operatività del tuo marketing, poter contare su un posizionamento strategico differenziante del proprio Brand aziendale, implementare un sistema di vendita figlio di processi consolidati e non di creatività dei singoli uomini.
Questa è l’unica ricetta che conosco che possa portare al risultato di diventare un’impresa virtuosa che possa continuare a crescere nonostante variazioni di mercato o cambiamenti repentini non controllabili.
Chi fa marketing ha senza dubbio maggiori chance di sopravvivenza e risultati economici migliori.
Diamoci quindi dentro e mettiamo il marketing al centro della vita delle nostre imprese!
Non esitare allora a chiedere aiuto a chi di mestiere questo fa e a chi da quasi 30 anni e aiuta le PMI a crescere grazie al marketing.
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